Diritto all’istruzione (Doriana De Simone) - Centro UNESCO Bologna

Nella piazza di San Petronio

Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna,
e il colle sopra bianco di neve ride.

È l'ora soave che il sol morituro saluta
le torri e 'l tempio, divo Petronio, tuo;

le torri i cui merli tant'ala di secolo lambe,
e del solenne tempio la solitaria cima.

Il cielo in freddo fulgore adamàntino brilla;
e l'aër come velo d'argento giace

su 'l fòro, lieve sfumando a torno le moli
che levò cupe il braccio clipeato de gli avi.

Su gli alti fastigi s'indugia il sole guardando
con un sorriso languido di vïola,

che ne la bigia pietra nel fosco vermiglio mattone
par che risvegli l'anima de i secoli,

e un desio mesto pe'l rigido aëre sveglia
di rossi maggi, di calde aulenti sere,

quando le donne gentili danzavano in piazza
e co' i re vinti i consoli tornavano.

Tale la musa ride fuggente al verso in cui trema
un desiderio vano de la bellezza antica.
Giosuè Carducci
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Diritto all’istruzione (Doriana De Simone)

Press
Diritto all’istruzione: declinazione e prevenzione della dispersione scolastica.
L’esempio del Liceo Minghetti.

L’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che ogni individuo ha diritto all’istruzione, che questa deve esser gratuita per le classi elementari e di base.
L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
L’istruzione deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia tra Nazioni, tra i popoli.
In Italia il diritto all’istruzione è riconosciuto e garantito dall’art. 34 della Costituzione.
Per l’UNESCO l’istruzione, l’educazione è un diritto umano e la possibilità dell’accesso deve andare di pari passo con la qualità e la pertinenza dell’offerta formativa. Occorre andare oltre l’alfabetizzazione e promuovere competenze che consentano di stare al passo con le trasformazioni delle società e dell’economia, questo in un’ottica di maggiore giustizia ed equità sociale.
Non v’è strumento più potente dell’educazione per promuovere i diritti umani, insegnare il rispetto e la pari dignità di tutti in un mondo che è in continuo cambiamento e gli insegnanti, gli educatori in generale hanno ruolo primario in questo cambiamento.
Chi educa deve preoccuparsi di indicare percorsi d’azione, in costante interazione con le famiglie, gli amministratori locali, le associazioni.
E gli Stati devono investire nella sfida dell’inclusione a scuola per non lasciare indietro nessuno.
In questo contesto si pone la riflessione sulla dispersione scolastica, una condizione di svantaggio a fronte dell’inderogabile necessità per ogni individuo di disporre degli strumenti fondamentali per vivere, esercitare i suoi diritti, essere autonomo in una società sempre più competitiva.
La dispersione scolastica rappresenta lo spreco di un immenso capitale umano. La dispersione non può essere attribuita ad unico fattore causale, posto che ci sono sia forme di abbandono volontario e di autoesclusione, sia forme legate ai vissuti e percorsi di insuccesso scolastico, a stati di disagio, a fasi di transizione, a carenza di risorse
materiali e simboliche.
Cosa si può fare per ridurre il numero di minori che non iniziano o che abbandonano la scuola. E i dati ci rivelano, fra le altre cose, che al crescere dell'età aumentano, per i minori, i rischi di elusione e dispersione scolastica.
Se l’istruzione è un bene sia individuale che pubblico, occorre dedicare ogni sforzo alla rimozione delle cause primarie e secondarie della dispersione ed offrire a ciascuno dei supporti secondo la misura dei suoi bisogni.
Per quanto riguarda le linee di investimento per l’istruzione previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), oltre agli interventi di riqualificazione degli edifici scolastici, al potenziamento di laboratori, mense e palestre è previsto un pacchetto di investimenti da 1,5 miliardi che andrà avanti fino al 2026.
Per garantire l’istruzione per tutti, è importante mobilitare le risorse necessarie per sviluppare interventi mirati che raggiungano i minori più svantaggiati, che migliorino la qualità dell’apprendimento e che  promuovano l’inclusione di tutti i minori senza distinzione di genere nel ciclo scolastico secondario.
Quella della dispersione scolastica è questione di grande rilevanza e la soluzione richiede azioni di politica scolastica incisive, ma anche di supporto psico-pedagogico-didattico al fine di conseguire obiettivi coerenti e plausibili con i bisogni del contesto sociale.
E’ auspicabile che ogni scuola nel formulare il proprio Piano dell’Offerta Formativa ponga a fondamento del suo operare l’obiettivo del “successo formativo” per tutti i singoli allievi, quale indicatore di qualità dell’educazione impartita.
Sotto questo profilo, il Liceo Minghetti di Bologna costituisce un esempio importante in quanto, da qualche anno, nel proprio Piano dell’Offerta Formativa propone, accanto al percorso classico tradizionale, alcuni potenziamenti, fra cui quello giuridico-economico.
Nello specifico, tale potenziamento curriculare – previsto dalla lettera D, c. 7, art. 1, l. 107/2015) e attivato al Minghetti dall’a.s. 2017-18 – intende far acquisire adeguate conoscenze e competenze giuridiche ed economico-finanziarie in risposta a bisogni realmente percepiti dalla comunità scolastica italiana. In linea con la Raccomandazione europea 2006/962/CE, il percorso si propone di sviluppare adeguate «competenze sociali e civiche» le cui conoscenze pertengono ai «concetti di democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti civili», ai fondamenti dell’«integrazione europea» e al «funzionamento dell’economia». Nello specifico, spiegano le Professoresse Rachela Bonafede e Fiorenza Manzalini, il percorso prevede due ore settimanali di Diritto ed economia politica, aggiuntive rispetto il curriculo
tradizionale, ore dedicate a tematiche giuridiche (quali il diritto costituzionale e civile, il diritto di famiglia e del lavoro, la proprietà, le obbligazioni e i contratti) e questioni economiche (quali la microeconomia, la macroeconomia, l’economia pubblica e la storia del pensiero economico). Partendo dall’attualità, dall’esperienza quotidiana, dalla storia e dalle intersezioni che di volta in volta emergono con altre discipline (principalmente con la filosofia e la storia) lo studente matura una coscienza civica e perviene ad una cittadinanza sempre più consapevole. Anche i progetti predisposti per il potenziamento giuridico-economico sono congruenti a tali finalità. Ne sono esempio il progetto Liberi dalle mafie e il progetto di PCTO “Di che cosa si occupano gli economisti”, organizzato con il Dipartimento di economia dell’Alma Mater. Completano il quadro incontri con esperti di entrambe le discipline. Il potenziamento giuridico-economico è stato progettato nella consapevolezza che il sapere giuridico ed economico non solo è “presidio di legalità” e strumento di “sviluppo umano” ma può anche favorire la comprensione della più vasta riflessione filosofica e storica distintiva di una formazione classica.
Avv. Doriana De Simone per Centro Per l’UNESCO Bologna





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